Il futuro del coro
La percezione generale di cosa sia realmente un coro e cosa dovrebbe essere è cambiata drasticamente negli ultimi dieci anni. Dai cori scolastici o dagli eterei cori di chiesa si è passati a modalità e finalità davvero differenti, molto più all’avanguardia.
Una grande varietà di gruppi canori ha invaso la scena pubblica, ottenendo maggiore visibilità anche grazie a internet. Nella sola Londra si può scegliere se unirsi ad un coro LGBT The Pink Singers, ad un gruppo solo maschile come i Chaps, o al The Mixed Up Chorus, un coro interculturale e intergenerazionale di 80 voci, oppure ad uno show choir, specializzato in musical, musica pop e spettacolo come lo Starling Arts.
C’è un coro per i gusti di ognuno!
Non ci sono limiti alle possibilità e non dovrebbero mancare, in futuro, cori che continuino ad essere un luogo di incontro per persone che non avrebbero altrimenti la possibilità di conoscersi e cantare insieme.
Liberi di nascere ovunque
Oltre ai luoghi tradizionali dove ci aspettiamo di trovare persone che cantano insieme, come le scuole o i luoghi di culto, stanno nascendo tanti cori negli ospedali, negli asili, delle prigioni, negli uffici e nei pub.Senza necessità di particolari attrezzature, molti cori scelgono di utilizzare una tastiera portatile o addirittura di cantare senza accompagnamento, allargando così le possibilità di ritrovo.I cori sono molto più liberi dagli schemi di quanto non fossero prima ed è probabile che continuino a nascere nei luoghi più improbabili.
L’importanza dei Social Media
Grazie ad internet il canto di gruppo è diventato un’attività universale. Eric Whitacre ha fatto parlare di sé mettendo insieme voci da tutto il mondo nei suoi cori virtuali e molti altri cori usano il live streaming per trasmettere in maniera istantanea la loro performance ad un pubblico sempre più vasto. Non c’è più bisogno di riunirsi in un unico posto per sperimentare il potere del canto di gruppo. Forse un giorno tutte le prove del coro avverranno a distanza e i cantanti accederanno da tutte le parti del mondo per cantare insieme!
Cantare fa bene
Recentemente molti studi scientifici hanno sottolineato i benefici per la salute del canto di gruppo e, di conseguenza, i cori hanno assunto un ruolo chiave in percorsi di riabilitazione, di cura, o di integrazione sociale. Si prenda ad esempio il Choir With No Name, composto da persone che hanno fatto o stanno facendo esperienza dell’essere senza fissa dimora, o il programma Tenovus ‘Sing With Us’, creato da persone affette da cancro.
E’ chiaro che cantare offre una possibilità ben più grande del semplice dare fiato alla propria voce. Cantare può trasformare le vite, i legami sociali, senza pensare poi a benefici per la salute, da poco approfonditi! Ci aspettiamo quindi di vedere sempre più cori in diversi contesti, terapeutici e non.
Oltre i classici metodi di insegnamento
Molti cori non si fondano più sulla capacità di leggere musica dei propri membri, aprendo l’esperienza del canto anche ai novizi. Alcuni insegnano solo a orecchio, con due o tre parti armoniche che cantanti di ogni livello possono facilmente imparare in breve tempo. Non c’è bisogno di studiare musica per anni per poter accedere al mondo del canto corale e i nuovi arrivati possono acquisire capacità vocali in un ambiente molto più rilassato di quanto non fosse in passato.
I cori che non richiedono audizioni offrono, con grande generosità, un’opportunità a chi voglia fare esperienza del canto di gruppo per la prima volta. In futuro questo porterà ad avere molte più persone che cantano per divertimento, moltiplicando i benefici che questo comporta.
Grazie a programmi come Glee la conoscenza del canto corale è sicuramente più diffusa. I cori non sono più qualcosa che conoscono solo pochi e appartenenti a qualche specifico circolo, ma sono qualcosa di riconoscibile dal grande pubblico. Questa esposizione mediatica ha portato molti gruppi, tra i più disparati, a voler provare l’esperienza del canto d’insieme, nelle sue molteplici sfaccettature. Finché i cori continueranno ad essere un argomento di conversazione, sicuramente continueranno a crescere in diversità, popolarità e accessibilità.
E voi, in quale direzione pensate che stia andando il mondo corale?
Articolo liberamente tradotto da The Starling Arts Blog, “The Future of the Choir”.