5 motivi per (non) venire al coro
E’ da poco ricominciata la stagione corale e già dalla prima prova siamo sicuri che i direttori abbiano cominciato a contare le presenze, soprattutto quelle nuove. Per esperienza sappiamo infatti che il problema non sono tanto i disertori (come si fa ad abbandonare il coro dopo aver provato la bontà dei pranzi in trasferta, le infinite possibilità di incontri romantici che fornisce e sì, anche la bellezza del cantare insieme?), ma l’attirare nuove leve. Cos’è che scoraggia ad entrare in un coro? Noi di Koral ci siamo interrogati e abbiamo stilato la nostra Top five dei motivi (o delle scuse) che (dopo l’aglio) fanno desistere le persone dal cantare insieme. Cominciamo dal basso..
5. “Non so come fare per trovare un coro!”
Questa scusa al tempo di Google e dei Social network non ha più ragione di esistere! Bastano pochi clic e siamo sicuri che si possano trovare almeno un paio di cori nelle proprie vicinanze. Se si è fortunati, anche con un repertorio vicino ai propri gusti. Certo, purtroppo molti cori non sono ancora dotati di un recapito web, ma se è così vuol dire che non hanno seguito alcun consiglio di Koral e quindi non vi meritano (bhuahah).
4. “Non ho abbastanza tempo da dedicare ad un impegno fisso.”
Non possiamo davvero credere che non si riesca a trovare un paio d’ore a settimana da dedicare a qualcosa che ci piace fare, eppure questa motivazione è dura a morire tra i coristi potenziali. A voi direttori consigliamo di essere il più ragionevoli possibile su questo punto: chi si trincera dietro questa scusa spesso è insicuro e dubbioso riguardo le proprie capacità. Non impuntatevi ma rassicurate chi avete davanti che c’è margine di negoziazione sulla scelta del giorno per le prove, che il carico di studio è ben ripartito e che tutti sono disponibili ad aiutare sia per la logistica che per lo studio. Se vedete le brutte, giocate d’astuzia: avete mai sentito parlare dei Beer choir?
3. “Intendi il coro della parrocchia?”
Perché, perché, perché? Sister Act è stata una rovina per tutti noi, è ora di ammetterlo. Cantare in coro NON equivale a cantare nel coro della parrocchia, cui va comunque tutto il nostro rispetto. Sì, la musica polifonica nasce sacra e nelle chiese ha trovato la sua principale diffusione per secoli, ma al giorno d’oggi non è difficile trovare cori che fanno repertori vasti, ben lontani da quelli religiosi. Proprio questa estate ci è capitato di sentire a Londra un gruppo vocale che cantava le sigle dei videogiochi a cappella. Giusto a titolo d’esempio. Voi direttori però cercate di aiutarvi, magari non fate il Miserere proprio alla prima prova se no poi vi tocca vestirvi da Whoopi Goldberg.
2. “Cantare è roba per over 50!”
Posto che non c’è niente di male ad essere negli “-anta”, non si può proprio dire che non ci sia un’offerta corale che copre i luoghi più frequentati anche dai più giovani, basti pensare ai cori scolastici o a quelli universitari. Diciamo che spesso il “vecchiume” è una questione di atteggiamento: il coro è gioia, è entusiasmo, è divertimento.. se tutto questo manca non è colpa dell’età media dei coristi, ma probabilmente dell’atteggiamento di chi vi fa parte. Direttori, offrite un bel caffé prima della prova e riscoprite con i vostri coristi il bello di ritrovarsi insieme ad affrontare anche le brutte giornate (un po’ come Gene Kelly in Singing in the rain!).
1.”Ma io non so cantare!”
Questa rimane la nostra preferita. Alzi la mano chi si è sentito ripetere almeno una volta questa frase! Ecco, lo immaginavamo. Non stancatevi mai di ripetere che nessuno nasce stonato e che tutti possono migliorare solo imparando a prestare ascolto alla musica. Detto questo, non esiste miglior luogo del coro per iniziare a prendere dimestichezza con la propria voce dato che si canta insieme e a nessuno è richiesto di fare parti solistiche o di calcare le scene da solo. Ci si fa forza l’un l’altro, ci si aiuta, ci si corregge e in più si moltiplica il piacere che cantare offre. Questa battaglia vi deve vedere uniti, direttori e coristi: sfoggiate i vostri “do” peggiori e mostrate a tutti che, nonostante l’imperfezione, venire al coro è la cosa migliore che si possa fare. E poi lo dice anche Koral, “Everybody sings”..serve altro?
Adesso che vi abbiamo svelato piccoli trucchi per smontare le 5 scuse peggiori per non unirsi al coro, spetta a voi: qual è la vostra top five?