E se a cantare tra i tenori ci fosse una donna?
Nei cori, si sa, le voci maschili sono sempre quelle che scarseggiano e i motivi sono i più disparati, come abbiamo già provato a raccontare nel nostro post “Cantare non è roba per signori!”. Interfacciandoci quotidianamente con direttori e coristi, possiamo affermare con sicurezza che tra tutti, quello più potente, è sicuramente legato al pregiudizio che il canto sia una cosa poco virile, per femminucce. Poco però si parla di come esistano delle resistenze anche quando il problema viene capovolto: cosa succede infatti se una donna si trova molto più a suo agio a cantare la parte dei tenori? Il rientrare o meno in una sezione è davvero qualcosa che si attribuisce (o si sceglie) solo sulla base di estensione e vocalità?
Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo provato a metterci nei panni di Flash Bristow, corista da sempre alle prese con una voce da tenore, che ha raccontato la sua esperienza in un blog. Segnaliamo anche gli interventi sul tema di Chris Rowbury e la discussione sulla piattaforma dell’associazione americana dei direttori di coro ChoralNet.
“Sia quando ero all’università che negli anni successivi, ho sempre cantato nei cori come tenore. Già ai tempi della scuola infatti, dato che per me era semplice cantare le note più basse dei contralti, mi capitava di cantare la parte dei tenori in base alle necessità del momento. Ricordo che un giorno un’insegnante di musica mi ha detto “Grazie per essere la sola contralto che può cantare tra i tenori con me”. Un altro studente tempo dopo mi ha addirittura confessato “Sono sempre stato affascinato dalla tua voce sottile di tenore”. Non era un problema per nessuno che fossi una donna, ma anzi, la mia estensione era vista come un grande vantaggio.
Sono sempre piuttosto cauta quando incontro un nuovo direttore di coro, ma devo dire che effettivamente chi ha pregiudizi sono i tenori. Di solito i commenti sono “Fantastico! Qualcuno che ci aiuta a fare numero, sei sempre la benvenuta qui!”, ma c’è sempre qualche uomo che si considera un cantante “serio” che non mi rivolge parola. All’università mi divertivo da matti con gli altri, chiacchieravamo, partecipavamo insieme agli eventi, ero pienamente accettata da tutti. Adesso continuo a divertirmi cantando, ma mi sento sempre diversa. Non mi sembra di stare veramente socializzando. Mi chiedo se gli altri tenori non pensino che io sia pretenziosa a cantare una parte da uomo. Per fortuna il direttore di coro è della filosofia “canta quel che ti piace”.
Apprezzo il fatto che il timbro della voce femminile sia diverso da quello di un uomo e che quando faccio delle audizioni venga messa nella sezione dove realmente posso stare, ma in cori meno strutturati c’è davvero poco da essere pretenziosi, soprattutto perché spesso le donne sono molte più degli uomini. Inoltre me la cavo abbastanza bene con la lettura a prima vista, quindi torno utile nelle occasioni in cui è richiesto di cantare in modo estemporaneo.
Ho sentito spesso dire che le donne non possono cantare in modo naturale la parte dei tenori e che quando lo fanno devono sforzarsi provocando dei danni alla voce. Non sono sicura che questo valga anche per me. Non mi hanno insegnato a cantare così, ma da sempre faccio quello che mi viene più facile.
Ho preso alcune lezioni per “trovare la mia voce”. I vocal coach mi hanno risposto dicendo “Eccellente, un contralto!” ma sfortunatamente come contralto ho un’estensione limitata perché non riesco a cantare le note più alte senza farmi male o produrre suoni deboli. Probabilmente è qualcosa su cui potrei lavorare ma al momento non saprei come. Tutto quello che ottengo è mal di gola.
Salve canto da tenore e sono una donna…!!