Come un coro nato in ospedale ha battuto Justin Bieber

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Con il suo caschetto biondo, lo stetoscopio al collo e il suo sorriso amichevole, la Dottoressa Zoe Davis è l’emblema della calma e della sicurezza.

Ha appena trascorso un bellissimo Natale con la sua famiglia, lontano dalle corsie d’ospedale. Quest’anno, a renderlo ancora più speciale, il fatto di essere arrivata insieme al suo coro, il Lewisham and Greenwich NHS Choir, prima nelle classifiche musicali natalizie.

La voce chiara di Zoe apre infatti, con un assolo, il singolo “A Bridge Over You“, brano che il coro ha realizzato per beneficenza e che ha ottenuto un incredibile successo: scaricato più di 127,000 volte e con oltre 350,000 views su Youtube, ha sottratto addirittura a Justin Bieber l’agognato posto sul podio.

Il primo posto rappresenta sempre un impressionante risultato, ancor di più durante le feste quando le classifiche trovano spazio sulle prime pagine dei giornali. Perfino Bieber, una volta capito quale fosse l’orientamento del pubblico, ha incoraggiato su Twitter i suoi fan a comprare il brano del coro dell’ NHS.

Tweet di Justin Bieber

“Per una volta va bene non essere il numero 1. Fate la cosa giusta e aiutateli a vincere. E’ Natale. @Choir_NHS buona fortuna.”

Ma non si tratta solo di una vittoria sul mondo della musica commerciale – la vincitrice di X Factor UK Louisa Johnson ha raggiunto solo il dodicesimo posto – quanto di una grande conquista per i coristi, molti dei quali, sconosciuti al pubblico, hanno dovuto superare degli importanti ostacoli personali.

Dietro la vittoria si nascondono infatti delle storie straordinarie di coraggio, amicizia e affetto che sono probabilmente più rilevanti del fatto di essere arrivati in cima alle graduatorie.

Una delle più toccanti riguarda l’amicizia nata tra due donne di estrazioni decisamente diverse ed è il vero motivo per il quale la Dottoressa Zoe Davis descrive il successo ottenuto come “incredibilmente commovente”.

La storia, che la vede coprotagonista, è iniziata 18 mesi fa quando la sua collega e membro del coro, il soprano Joan Mills, di 50 anni, ha iniziato ad accusare un raffreddore che non sembrava passare.

La Dott.ssa Zoe Davis, sulla destra, insieme alla collega e amica Joan Mills. Photo Source: http://www.dailymail.co.uk/.

La Dott.ssa Zoe Davis, sulla destra, insieme alla collega e amica Joan Mills. Photo Source: http://www.dailymail.co.uk/.

Joan, una delle coordinatrici delle attività svolte al Lewisham and Greenwich NHS Trust, inizialmente non ha dato molto peso alla cosa, ma, afferma: “Ho iniziato a preoccuparmi davvero quando la parte sinistra della mia faccia ha iniziato a diventare insensibile. Ho pensato fosse un problema di nervi. Sono una persona molto sportiva, ho praticato rugby per anni, quindi non ho fatto nulla finché il dolore non è iniziato a scendere verso il braccio e la gamba.”

Joan ama la sua professione – da 25 anni  impegnata all’ Health Service – ma lo sforzo fisico richiesto dal suo lavoro diventava sempre più difficile da svolgere. Aveva infatti cominciato a soffrire del cosiddetto “piede cadente”, disturbo caratterizzato dall’incapacità di tenere sollevato il piede, che così tende a pendere dalla caviglia, causando problemi nella deambulazione. Joan ha poi scoperto che è uno dei sintomi più comuni di sclerosi multipla.

“Quello è stato il momento in cui ho cominciato a preoccuparmi seriamente.” – ricorda – “I colleghi mi hanno convinto a vedere un dottore e lì mi è stato detto che avevo la paralisi di Bell.”

Il coro Lewisham NHS nello studio di Londra dove ha registrato il singolo "A bridge over you". Photo Source: https://www.facebook.com/LewishamNHSChoir.

Il coro Lewisham NHS nello studio di Londra dove ha registrato il singolo “A bridge over you”. Photo Source: https://www.facebook.com/LewishamNHSChoir.

“Ho iniziato a fare una serie di esami, ma con il passare dei mesi non si riusciva ad arrivare ad una diagnosi certa ed io ero sempre più spaventata. Alla fine i medici mi hanno comunicato che avevo una forma intermittente di sclerosi multipla, il che significava che i sintomi si sarebbero manifestati in modo altalenante, ripresentandosi ogni volta in forme peggiori.”

Nel cercare qualcuno che le desse conforto, Joan decide di rivolgersi a Zoe, specializzata ad Oxford, cui chiede di accompagnarla a fare una puntura lombare finalizzata a prelevare del liquido spinale per ulteriori esami. Ricorda Joan: “Ero davvero spaventata perché può essere una procedura molto dolorosa, ma appena Zoe è apparsa dietro le tendine con il suo splendido sorriso sul volto mi sono sentita subito rassicurata. E’ stato fantastico, mi ha messa immediatamente a mio agio.”

A Zoe capita di rado di avere in cura degli amici, ma il cantare insieme nel coro l’aveva davvero avvicinata a Joan e lo starle accanto le è sembrato da subito del tutto naturale. Al momento della diagnosi, le due erano già amiche e questo ha sicuramente facilitato Zoe nel duro compito di sostenerla in un momento così doloroso.


Chirurgo e cantante, in questa foto Eddie Chaloner si trova in un campo profughi nel Rwanda sud occidentale nel 1994 insieme a un ragazzo da lui operato e sua mamma. Photo source: http://www.dailymail.co.uk/news/article-3375020/NHS-song-star-saved-tear-jerking-story-Christmas-Number-One-choristers-nurse-MS-star-treated-her.html.

Chirurgo e corista, in questa foto Eddie Chaloner si trova in un campo profughi del Ruanda sud occidentale nel 1994 insieme a un ragazzo da lui operato e sua mamma. Photo source: http://www.dailymail.co.uk/.

Il coro vanta tra le sue fila anche la presenza di un chirurgo di guerra. Eddie Chaloner, 51 anni, primario di chirurgia vascolare, ha prestato servizio con i Paracadutisti in Bosnia, Kosovo e Ruanda.

Durante il suo lavoro con l’organizzazione Halo Trust, sostenuta dalla Principessa Diana, Eddie ha rischiato più volte la sua stessa vita per salvare le persone colpite da esplosione di mine in Afghanistan, Angola e Mozambico.

Eddie, che vive nel Sud-est di Londra insieme a sua moglie Anne e le sue figlie Rosie, 12 anni, e Alice, 10 anni, dice di essere rimasto molto colpito dal successo riscosso dal brano eseguito con il coro dell’NHS (National Health Service).

“Non sono molto pratico di social media” – afferma –  “E non sapevo neanche chi fosse Justin Biebier fino a due settimane fa. In realtà non sono sicuro di saperlo con certezza nemmeno ora!”

“Sono davvero orgoglioso del fatto che con questa canzone potremo sostenere quanto fatto dall’associazione ‘Mind’ che si occupa di malati mentali. Da quando sono stato nell’esercito sento molto vicino a me il problema costituito dal disagio mentale che molti soldati soffrono dopo aver vissuto in condizioni estreme. Sono certo che molti dei miei compagni beneficeranno di questo aiuto.

Inoltre, sono finalmente riuscito a fare qualcosa che impressioni le mie bambine!”


Riflettendo sulla loro amicizia, Joan, che ha lasciato la scuola a 15 anni, dice: “Si potrebbe pensare che veniamo da mondi diversi, ma l’esperienza ci ha unite e lei è diventata la mia roccia. E’ sempre paziente, calma, premurosa. Le nostre strade avrebbero potuto non incrociarsi mai a causa dei nostri diversi lavori se non fosse stato per il coro.”

Ma Joan non è l’unico membro del coro che ha dovuto affrontare degli importanti cambiamenti di vita. Caroline Harbord, 50 anni, ha lottato a lungo contro una forma aggressiva di cancro.

Eddie Chaloner, invece, chirurgo e veterano di guerra, ha salvato la vita di molti soldati durante il suo servizio nell’esercito britannico. Ha anche passato molto tempo in diverse zone di guerra per curare le persone colpite da mine antiuomo.

Il coro dell’NHS è stato fondato nel 2012 da Gareth Malone come parte del progetto televisivo “Sing while you work“, ma una volta spente le telecamere, il gruppo ha continuato a cantare e a provare. Tutti i martedì sera i coristi che non sono di turno, si esercitano in una stanza piena di spifferi del Lewisham Hospital.


Caroline Harbord, corista del Lewisham & Greenwich Choir. Le era stato diagnosticato un cancro nel 2005. Photo source: http://www.dailymail.co.uk/news/article-3375020/NHS-song-star-saved-tear-jerking-story-Christmas-Number-One-choristers-nurse-MS-star-treated-her.html.

Caroline Harbord, corista del Lewisham & Greenwich Choir. Le era stato diagnosticato un cancro nel 2005. Photo source: http://www.dailymail.co.uk/.

Quando Caroline Harbord ha compiuto 50 anni, non si aspettava di arrivare a festeggiarli. 

Sono infatti passati 10 anni da quando alla fisioterapista e soprano è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin, una forma di cancro rara e aggressiva.

Quando i dottori hanno comunicato a Caroline che il cancro era in uno stadio avanzato, i suoi figli avevano appena 8 e 5 anni. “Al momento della diagnosi – ricorda – stavo già piuttosto male. Pensavo di dover morire.”

“Sono stata fortunata, ho risposto bene alle terapie e ho potuto avere indietro la mia vita. So che può sembrare una banalità, ma la musica ha potere curativo. Cantare mi ha permesso di dimenticarmi che avevo il cancro e che potevo morire.”


“A molti membri del coro sono state diagnosticate delle malattie molto gravi ma siamo stati tutti uniti nel supportarli” racconta Zoe.

“Ci incontriamo ogni settimana per due ore in una stanza dell’ospedale dove abbiamo un pianoforte. Con il tempo siamo diventati tutti più che colleghi, siamo amici e ci prediamo cura l’uno dell’altro.”

Il singolo “A Bridge Over You” è stato registrato dal coro due anni fa, ma grazie ad una campagna sui social media è riuscito a scalare le classifiche e a diventare virale. Il brano è un mix del pezzo di Simon and Garfunkel “Bridge Over Troubled Water” e “Fix You” dei Coldplay.

“Mi sento davvero sopraffatta dalle manifestazioni di affetto da parte del pubblico per il coro dell’NHS. – racconta Zoe – Da un punto di vista personale, essere primi è davvero surreale e commovente.”

E i prossimi impegni? Le date delle prove per il 2016 sono già state fissate e Zoe dice che probabilmente ci sarà anche l’ingresso di un nuovo corista.  “Abbiamo già sentito telefonicamente Justin Bieber per invitarlo a cantare con noi – continua Zoe – sono certa che potremmo realizzare qualcosa di davvero bello.”

 

Il presente blog post è stato realizzato traducendo liberamente l’articolo di Angella Johnson pubblicato sulla testata Daily Mail Online il 27 dicembre 2015. Qui il testo originale.

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