Il coro che non ha mai cantato insieme
Spesso, noi di Koral, anche tramite le nostre rubriche, ci siamo trovati a discutere di cori e tecnologia. Ci sembra che non si dia mai abbastanza risalto a quante possibilità, molte volte inesplorate, il web può offrire a chi fa musica grazie alla sua straordinaria capacità di amplificare il lavoro delle tante realtà che quotidianamente, nel mondo, cambiano la vita delle persone tramite il canto. Oggi ci siamo imbattuti in una di quelle storie che tolgono ogni dubbio rispetto alle bellissime iniziative che possono nascere da questo connubio: il Cystic Fibrosis Virtual Choir. Il coro, basato a Londra, è composto da persone affette da fibrosi cistica, un malattia genetica che colpisce l’apparato respiratorio e quello digerente. Chi è affetto da questa patologia non può incontrarsi a causa del rischio di contagiarsi reciprocamente con i batteri contratti. Questo però non gli ha impedito di cantare insieme. Come? Ogni membro ha raggiunto uno studio di registrazione per una sessione di due ore al termine della quale è stata effettuata un’accurata pulizia della stanza d’incisione. Così facendo, a scaglioni di due ore, si sono alternati tutti i coristi.
Le loro voci sono poi state unite ed elaborate insieme, per creare un’unica armonia. Il brano, “One Voice” dei Wailin’ Jennys, è stato inserito nell’album “Stand Together“, realizzato da 12 cori con lo scopo di raccogliere fondi tramite l’associazione Choirs with purpose, nata proprio per finanziare i cori che promuovono la solidarietà tramite la voce. Al progetto ha contribuito anche Sir Paul McCartney, che ha cantato il brano “We All Stand Together”, di cui ha ceduto tutte le royalties. Uno dei partecipanti, Charles, 22 anni, chiude così il video che racconta la loro storia, ripresa dalla BBC:
“Credo che questo raggiunga ciò che un coro realmente è, un gruppo di persone che si mette insieme e crea una bellissima armonia.”
E noi non possiamo che essere d’accordo.