Canzoni di Natale sì, ma non troppo presto!
Per gli appassionati di canzoni natalizie è il periodo più bello dell’anno, per gli altri un po’ meno. A chi non è capitato di andare al supermercato con le cuffie nelle orecchie per evitare quello spirito natalizio che risuona negli onnipresenti altoparlanti? E spesso non si è gli unici a provare allergia a queste melodie stucchevoli dove i pupazzi di neve parlano e le renne volano.
Gli psicologi affermano che ascoltare le canzoni natalizie troppo presto rispetto all’inizio effettivo delle feste può arrecare dei danni alla salute mentale delle persone, specialmente di quelle che vi sono costantemente esposte, come accade in certi ambienti di lavoro. E ci sono numerose spiegazioni neuropsicologiche sul perché questi brani hanno un così profondo effetto su di noi.
Che cosa succede quando ascoltiamo musica natalizia?
“La nostra risposta alle canzoni di Natale dipende da cosa ci associamo” – afferma il Dottor Rhonda Freeman, neuropsicologo – “molti di noi lo associano all’infanzia e a dei momenti felici fatti di regali, e tradizioni speciali. Quando il cervello compie un’associazione con qualcosa di piacevole e positivo, viene attivato un sistema di ricompensa che a sua volta attiva il rilascio di sostanze chimiche tra cui la dopamina.”
Tuttavia c’è anche l’altra faccia della medaglia. Come il nostro cervello riesce ad attivare la gioia quando compie associazioni positive, così può anche portare a tristezza e ansia se ne compie di negative.
“Alcune persone hanno vissuto un’infanzia dura, caratterizzata dall’esperienza di una perdita o addirittura di abusi” – continua Freeman aggiungendo che la musica in generale ha un impatto sull’amigdala che libera le emozioni e le reazioni dai fattori di stress. “Il sistema di ricompensa può essere anche associato al dolore e per questo per qualcuno ascoltare le canzoni di Natale può essere una vera sofferenza.”
La chiave è quanto Freeman dice rispetto all’infanzia. Sicuramente si può diventare triste ascoltando delle musiche natalizie se si sono vissute delle difficoltà da adulti, ma ancora peggio può diventare se sono avvenute quando si era bambini. Perché? “Perché la corteccia prefrontale è meno sviluppata quando si è piccoli quindi il fattore emotivo è preponderante e diventa parte della nostra memoria.” Per questo è importante che chi ascolta abbia il controllo su come e quando sentire musica natalizia.
Il cervello dei commessi lavora più del necessario
“Se non vuoi ascoltare una canzone e sei costretto a sentirla a ripetizione per tre ore senza poter far nulla a riguardo, la tua corteccia prefrontale lavora duramente per far filtro e permetterti di concentrarti”- dice ancora Freeman che, pur non conoscendo la ricerca relativa ai danni provocati da una precoce esposizione alle canzoni natalizie, è convinta che questo abbia senso soprattutto per le persone che vi associano sofferenza.
Phil Gentry, un musicologo dell’Università del Delaware, fa notare che mentre c’è una componente psicologica forte su come la musica di Natale (o qualunque altra canzone ci sia molto familiare) ci tocchi, è importante capire che a prescindere dal tema e dalla stagionalità, le canzoni natalizie spesso non hanno musicalmente niente in comune.
“Non c’è un accordo musicale segreto” – afferma Gentry a proposito di questo genere musicale. “C’è una varietà incredibile che va da Mariah Carey a Silent Night. Ciò che rende particolare, almeno negli Stati Uniti, questo insieme di brani è che sono gli unici che ascoltiamo in un unico e condensato periodo dell’anno, ogni anno. Non succede con nessun altro evento ed è questo in parte che ci rende così nostalgici.”
L’ultima traccia della tradizione orale
Le canzoni di Natale sono così straordinarie anche perché sono tra le poche cose rimaste di quello che tutti gli uomini usavano fare: tramandare una tradizione orale.
“E’ un repertorio che s’impara da piccoli e uno dei pochi che abbiamo inscritti nella nostra memoria.” – continua Gentry – “Quando chiedo ai miei studenti quali canzoni possono essere insegnate senza far riferimento ad alcun testo? La risposta è spesso una canzone di Natale.”
Bisogna tenere a mente che la musica occidentale, come sottolinea Gentry, è stata pensata “per sollecitare una risposta emotiva.” Ci sono canzoni natalizie davvero stucchevoli (scusa, Jingle Bells), ma anche se le odiate, dovete ammettere che brani come Silent Night e Carol of the Bells sono decisamente toccanti.
Liberamente tradotto da Nbc News, “Love it or hate it, Christmas music has a big impact on our helt”