The choir girl – Dal diario di una corista

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Koral è arrivato fino in Canada per incontrare, anche se solo virtualmente, Sable Chan, da cinque anni nel coro professionista Pro Coro Canada, che nel 2009 ha deciso di aprire un blog, The Choir Girl, sulla sua esperienza di corista. Avvincente e delicata, come il suo modo di raccontarsi, è la nostra prima intervistata fuori dai confini nazionali e merita sicuramente un posto tra i nostri ospiti d’onore.  Data l’eccezionalità dell’evento abbiamo deciso di conservare anche la versione in lingua originale che trovate di seguito a quella in italiano. Buona lettura!

To all of our english speaking friends: Koral reached Canada to meet, even only virtually, Sable Chan, a professional chorister of the Pro Coro Canada since 5 years. In 2009 she started a blog, The Choir Girl, where she has been writing about her choir experience. She is charming and sensitive (and her blog too!) and as the first guest we interviewed out of our national borders she deserves a pride of place. We also decided to keep the interview in english and you can find it right after the Italian version. Enjoy it!

 

1. Com’è iniziata la tua passione per la musica e il canto corale?

La mia passione per la musica è nata cantando canzoni pop anni ’80 in dialetto cantonese insieme a mio padre. A casa avevamo il karaoke e un vasto repertorio di laserdiscs, così, cantando queste canzoni, ho iniziato a sviluppare le mie doti fonetiche e d’intonazione. Devo aver fatto un buon lavoro dato che i miei genitori si sono convinti a trovarmi un posto dove poter cantare. Il coro gli è sembrato da subito un buon punto di partenza.

2. Che cosa significa per te cantare in un coro? 

Cantare in un coro per me vuol dire essere parte di una comunità. Un coro esiste solo grazie all’essere insieme, alla voce di ognuno che contribuisce a creare un nuovo strumento. E’ come un essere vivente, dotato di respiro, che si anima quanto tutte le sue parti decidono di farlo funzionare.

3. Che cosa ti piace di più della vita del corista? 

Mi piace cantare repertori diversi che magari non avrei mai preso in considerazione. La musica è estremamente varia e ognuna delle sue forme ha il suo valore. Cantare è anche un’esperienza intima perché implica trasformare con la voce ciò che è scritto sulla pagina in modo da trasmettere un messaggio al pubblico.

4. Pensi che cantare in un coro possa aiutare le persone da un punto di vista sociale, fisico e psichico? Hai mai avuto esperienza, diretta o indiretta, di questo tipo di benefici?

Ci sono tantissimi studi sui benefici psichici e fisici del canto. Personalmente sono convinta che chiunque svolga un’attività artistica, che sia cantare, dipingere o altro, ami il tempo che passa focalizzato su quell’attività che gli concede un momento di svago da tutto ciò che di stressante c’è nel mondo.  Penso inoltre che gli esseri umani siano naturalmente propensi a stare insieme. Il solo fatto di cantare in gruppo durante le prove, anche se magari non ci si parla, mette in sintonia le persone che sono unite dal comunicare lo stesso messaggio.

5. Pensi che le persone dovrebbero unirsi ad un coro? Perché?

Tutti dovrebbero dare almeno una chance al cantare in coro! E lo dico perché  il canto costituisce una grossa fetta del mio tempo libero e della mia vita professionale.

“C’è un coro per ognuno. Bisogna solo trovare quello giusto.”

6. Quando hai deciso di iniziare a scrivere un blog? Perché?

Ho aperto il mio blog nel 2009. Prima avevo provato a tenere un diario privato online, ma mi piaceva l’idea di avere un blog pubblico.  Mi serviva un tema che mi fornisse continua ispirazione, così ho aperto un blog sulla mia esperienza come corista: sapevo che avrei sempre avuto qualcosa da dire sul cantare in coro.

7. In Canada, che rapporto hanno i cori con il Web? Di solito hanno un loro sito? Esistono community online, gruppi Facebook, blogs o più in generale delle piattaforme dove i coristi possano incontrarsi e scambiarsi le loro esperienze, leggere notizie riguardanti il mondo corale o consigli sulla vocalità? Se no, secondo te perché?

Credo che la presenza online dei cori sia un ambito sicuramente da implementare, ma la situazione è già migliorata rispetto al passato. Pochi anni fa la maggior parte dei cori aveva un suo sito web, magari molto essenziale, ma probabilmente non aveva un account su Facebook, Instagram, Twitter o addirittura un canale Youtube. In Canada ci sono delle piattaforme online dove leggere degli articoli sul mondo corale come  la rivista del Choral Canada’s Anacrusis  o degli eventi interessanti come la Podium Choral Conference, che sarà ospitata nella mia città natale, Edmonton, il 19-22 maggio 2016. Mi piace molto anche l’ASHA Blog perché come logopedista amo leggere articoli ben scritti e supportati da ricerche scientifiche nell’ambito della riabilitazione linguistica.

8. Da alcune ricerche abbiamo visto come nel solo Ontario 1 persona su 7 canti in un coro e come la penetrazione corale sia tre volte quella europea, in rapporto alla popolazione. Secondo te, quali sono le motivazioni principali?

Mi chiedo se non abbia a che fare con la geografia del Canada. Il Canada è infatti un paese enorme con tante piccole comunità disseminate nei centri urbani e rurali.  Probabilmente l’alta concentrazione di attività corali è dovuta al fatto che cantare insieme, in chiesa, a scuola o in qualche circolo artistico, sia un modo per unire le persone in zone remote e densamente abitate. Quello che trovo più interessante della musica corale nei centri urbani è l’incredibile diversità dei gruppi.  So che qualcuno potrebbe temere la saturazione del mercato, ma, da quello che vedo, c’è posto per tutti i tipi di ensemble: amatoriali, professionali, popolari e contemporanei.

9. Ritieni che il Canada investa abbastanza risorse nell’educazione corale?

Non sono sicura che esista un paese che investa abbastanza nell’educazione corale. Ho visto che sia in scuole pubbliche che private, l’attenzione alla musica dipende da molti fattori come la sensibilità del Preside, il budget, le priorità del Collegio docenti. Esistono degli eccellenti programmi extrascolastici di formazione corale, ma spesso richiedono una quota d’iscrizione, oltre alle spese legate per esempio all’uniforme o al noleggio degli strumenti. L’unica scuola con focus speciale sulla musica che conosco in Canada è il St. Michael’s Choir School di Toronto, Ontario.

10. Durante le tournée solitamente si incontrano coristi da tutto il mondo. Che tipo di differenze hai notato dal punto di vista della cultura e della formazione musicale? 

La cosa che mi sorprende di più è quanto i cori possano cantare in modo simile anche quando sono state usate tecniche d’insegnamento molto diverse. Mi piace molto ascoltare cori internazionali cantare, soprattutto quando si tratta di brani tradizionali perché mi aiuta ad avere un’idea della loro cultura. Anche se ho lavorato con direttori che si erano formati in Ungheria, Svezia, Germania e Gran Bretagna, tutti mostravano la loro unicità di stile e prospettiva una volta che lavoravano con dei cori. Recentemente ho avuto modo di ascoltare il Coro della Radiotelevisione Svizzera di Lugano al Salzburg Music Festival che si è tenuto questo luglio e mi ha sorpreso quanto il loro suono raffinato fosse simile a quello del mio coro, il Pro Coro Canada, di Edmonton in Alberta.  Penso che ciò dimostri che quando ensemble corali professionali lavorano ad alto livello, diventa difficile distinguere tra espressioni di così alto calibro.

11. Hai qualche consiglio da dare ai nostri lettori ancora indecisi sull’unirsi ad un coro?

La cosa principale di cui si deve prendere coscienza è che esiste un coro per ognuno e non bisogna lasciarsi intimidire dalla scelta. In qualche modo è come quando si cerca un ragazzo.  Puoi volere qualcosa di più divertente e occasionale o qualcosa di più serio perché sei pronto ad impegnarti. E’ importante capire cosa si sta cercando così si può trovare un coro che risponda davvero ai propri bisogni. Io penserei anche a che tipo di musica sono interessato a cantare, il livello di impegno che mi viene richiesto e una volta trovati alcuni cori papabili andrei ai loro concerti, parlerei con i coristi o il direttore, chiederei di assistere ad una prova. C’è un coro per ognuno. Bisogna solo trovare quello giusto.

Sable Chan

– English version –

1. How did your passion for music and choral singing start?

My passion for music really began with singing 80s Cantonese pop songs at home with my Dad. We had our own karaoke machine at home, and quite the library of laserdiscs, so I really started developing my pitch matching and language phonetics skills by singing along to those songs. I must have done a decent job because my parents were motivated to find me a place to sing and my parents felt choir would be a good starting place.

2. What does singing in a choir mean to you? 

Singing in a choir to me is about being part of a community. A choir only exists in the company of others and everybody contributes their voice to create a new instrument. It’s like a living, breathing, organism that only comes alive when all the components are there to make it work.

3. What do you like most of the chorister life? 

I love singing different repertoire that I would never be exposed to. There is such a diverse range of music and I think that each one has its merits. It’s also a very intimate and connected experience to be able to translate what you see on the page through your voice in order to communicate a message to the audience.

4. Do you think singing in a choir could help people from a social, physical or mental point of view? Have you ever experienced (directly or not) this kind of benefits?

There have been numerous studies on the positive mental as well as physical benefits of singing. I’m sure that anybody who has an artistic outlet, whether it be singing, painting, or any other art cherishes the time that they have when they are focused on an immediate task and have a break from other stressors in the world. I also think humans are inherently drawn to the company of others. Even if we go to a choir rehearsal to sing with others and don’t speak, it connects us because we are unified to communicate the same message.

5. Do you think people should join a choir? If yes, why? 

Everybody should give choral singing a try! It is such a huge component in both of the professional and leisure components of my life.

” There is a choir for everyone. It’s just about finding the right one that works for you.”

6.When did you decide to start a blog? Why?

I began my choir blog in 2009. Prior to this time, I had experimented with private online journals but I was interested in having a public blog. I knew that I would need a blog theme that would provide me with infinite inspiration. Thus, I began a choir blog because I knew that I would always have something to say on the topic of choral singing.

7. In Canada, do you think choirs are familiar with Internet? Do choirs usually have  a website? Are there any web-based communities, blogs, facebook groups or, more in general, online platforms where choristers can read choir-related news and where they can simply meet up and exchange their experiences? If not, why in your opinion?

I think the online presence of choirs is an area in development but it’s in a better situation that it has been in the past. A few years back most choirs had a basic website but maybe not a Facebook, Instagram, Twitter, or even a Youtube channel. In Canada, I think good platforms to find out information are articles by Choral Canada’s Anacrusis magazine and the Podium Choral Conference, which happens to be hosted in my hometown of Edmonton in May 19-22, 2016. I also like the ASHA Blog because I am a Speech-Language Pathologist and I enjoy reading well-written articles that are supported by findings in current voice therapy research.

8. Thanks to some researches, we found out that in Ontario only, 1 out of 7 people is a chorister and the choral penetration is triple compared to Europe. In your opinion what are the main reasons?

I wonder if it has something to do with Canada’s geography. Canada is such a huge country geographically with many community pockets in rural and urban centres. I wonder if the high concentration of choral activity is because singing together in these communities whether it be at church, in school, or in arts organizations helps to unify people in remote and densely populated environments. What I find interesting with choral music in urban centres is the amount of diversification amongst groups. I know people may fear market saturation but, from what I have seen, there is a place for all types of choral groups from amateur to professional and ones the specialize all forms from folk to contemporary music.

9. Do you think Canada is investing enough resources in choral education?
I’m not sure if any country is investing enough in choral education. I find in our public and private school systems the focus on music education depends on many factors such as the Principal administrator’s vision, school budgets, or the school board’s priorities. There are many excellent choral training programs that are separate from schools but these extra-curricular activities often require a tuition to participate amongst other fees like uniform and music rental. The only choral focused training school I know of in Canada is the St. Michael’s Choir School in Toronto, Ontario.

10. During the choir tours you usually meet choristers from all over the world. Which kind of differences did you notice in choral education and culture, compared to yours? 

The thing that surprises me most is how similar choirs can sound even when there are different techniques being used to shape the choir. What I love most about hearing international choirs is listening to the music that they sing, especially if it has a folk melody of where they come from. It helps me get a glimpse of their culture. Even though I have worked with conductors that have trained in Hungary, Stockholm, Germany, the United Kingdom, all conductors demonstrate their unique style and perspective when they work with choirs. I recently heard the Coro della Radiotelevisione Svizzera, Lugano at the Salzburg Music Festival in July 2015 and what surprised me is how similar their polished sound is like my own choir, Pro Coro Canada, in Edmonton Alberta. I think it just demonstrates that when you have professional choral ensembles working at a very high level, it becomes difficult to distinguish between such high-calibre work.

11. Do you have any tips or advices to give to those readers who are doubtful about joining a choir?

The main thing to realize is that there is a choir for everybody and to not be intimidated by choice. In some ways, it’s like looking for a relationship. You might want something more fun and casual or you may want something more serious because you are ready to commit. It’s important to evaluate what you are looking for so you can find a choir that fits those needs. I would think about what kind of music you may be interested in singing, what the commitment level is like, once you have some choices in mind go to their concerts, talk to the choristers or conductor, see if you can sit in for a rehearsal. There is a choir for everyone. It’s just about finding the right one that works for you.

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